MI dispiace dissentire da Langone, stavolta, ma anche Damiani, lodato perché scopre l'acqua a temperatura ambiente - non certo i classici, quest'acquetta, ma l'importanza di leggerli e rileggerli anche per tenersi lontani dall'attualità con la marea montante di poesia e prosa presunte -, è uno dei tanti poeti che affliggono scaffali di librerie e affollano riviste su carta e online senza che nessun profitto ne traggano Musa e lettori.

Perenne validità per i quattro gatti che ancora li leggono. E anche se, prendendo ad esempio una categoria molto numerosa, tutte le anime belle li leggessero, figurarsi se darebbero retta a un Petrarca ridotto in polvere che dice di non fidarsi di quanto arriva d'Arabia, mentre loro hanno davanti lo spettacolo fresco di giornata, anche se non sono in grado di valutarlo razionalmente.
Una volta,inoltre, capitava che la Chiesa si appoggiasse ai classici pagani, come ad esempio ad Ovidio, rammentando a scopo consolatorio, ai pochi che sapevano leggere, il "nemo ante obitum" delle Metamorfosi; adesso che la base di lettura si è, almeno nominalmente, ampliata, cerca invece di far felici i fedeli ora e subito, proponendo loro sconti o addirittura cancellazioni di pena anche se fanno i comodacci loro, e Ovidio non serve più.
E poi i classici, caro Langone, bisogna sponsorizzarli, cominciando dalle scuole, e di questo, da quando i partigiani hanno accoppato Gentile, non si occupa più nessuno.